Il settore della sanità va protetto a tutti i costi dai rischi di attacco informatico. Ultimamente, infatti, sono stati numerosi gli attacchi alle strutture sanitarie. Quello all’ASL Napoli 3 Sud ha fermato ogni operazione. Ciò ha impedito ai cittadini di prenotare i vaccini! Ciò non può accadere a nessun costo!
Il colpo portato a termine dagli hacker è stato reso noto dalle autorità l’8 gennaio di quest’anno. L’ASL Napoli 3 Sud è stata vittima di un attacco informatico che ha reso impossibile la prenotazione di qualsiasi operazione.
Tamponi e vaccini COVID-19 bloccati, ma non solo. Anche molte altre attività sanitarie e persino chirurgiche sono state sospese.
Un danno enorme per tutti i cittadini, nonché per la struttura sanitaria napoletana. Come se non bastasse la pandemia stessa a mettere in difficoltà la società!
Il comunicato dell’ASL Napoli 3 Sud è stato pubblicato online. Diverse dichiarazioni sono state fatte sui media, per informare la città. Secondo le fonti, il sito dell’ASL era già traballante nei giorni precedenti al “colpo finale”. Il server non rispondeva, e il sito era spesso offline.
Poi, la violazione definitiva, un possibile ransomware creato ad hoc.
Il settore sanitario è rimasto indietro rispetto a molti altri settori. In che senso, vi chiederete. Fra le debolezze rilevate c’è la capacità di rilevare, prevenire e mitigare gli attacchi informatici.
Uno studio americano lo dimostra: le organizzazioni sanitarie impiegano in media 236 giorni per rilevare una violazione dei dati e 93 giorni per mitigare il danno. A confronto, una media del settore industriale, di 207 giorni per identificare e 73 giorni per contenere un attacco.
Non sono dati molto rassicuranti, vero?
Il settore sanitario ha registrato il costo più alto per violazioni dei dati. E questo per undici anni consecutivi, in America. Il costo medio nel 2021 si è aggirato attorno ai 9.3 milioni di dollari. Investimenti proattivi nella sicurezza informatica portano a risparmi a lungo termine. Ma la spesa per la sicurezza informatica può essere difficile da giustificare per gli amministratori sanitari di fronte ad altre priorità impellenti.
Priorità come l’aumento del personale per soddisfare le necessità durante una pandemia mondiale.
Con una superficie di attacco sempre crescente, molti più soldi in campo per gli hacker, e operazioni di sicurezza informatica sottostimate e sotto gli standard, il sistema sanitario è davvero in condizioni critiche.
Quali sono le mosse fondamentali per salvaguardare le infrastrutture critiche sanitarie? La partnership pubblico-privato, aumentare gli investimenti sulla cyber-security e una corretta igiene informatica. Questi alcuni dei passi per migliorare la situazione.
Proprio come è necessario lavare spesso le mani di questi tempi, così l’igiene informatica è fondamentale. Al momento, i sistemi sanitari sono altamente vulnerabili agli attacchi informatici; gli hacker cercano di esfiltrare i dati dei pazienti e interrompere i sistemi medici chiave.
Bisogna proteggere la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati dei pazienti, dei dispositivi medici e di interi sistemi sanitari in gioco. Le organizzazioni sanitarie devono attribuire maggiore valore alla sicurezza informatica e investire in modo proattivo.
Solo così si può evitare un altro attacco informatico.
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